Contare le kcal è un scemenza fotonica!

Resto davvero perplesso quando ascolto persone che mi raccontano di contare le calorie dei cibi e/o quelle che consumano durante allenamento con attenzione maniacale.

Letteralmente sgomento quando le bilanciano con precisi calcoli matematici, pensando che se consumano più di quello che si infilano in bocca questo porterà a dimagrire.

Premesso che quando si desidera dimagrire è fondamentale creare un deficit calorico attraverso la dieta e/o l’attività motoria, secondo me una gestione matematica della cosa è una sciocchezza poderosa.

Lo dico senza mezzi termini. Tanto per avere ben chiaro come la penso.

Se mentre stai leggendo ti stai chiedendo se ci sono persone che lo fanno, allora devi sapere che è una pratica più diffusa di quello che pensi.

Ma torniamo alla nostre calorie e per quanto riguarda quelle degli alimenti partiamo da una premessa tecnica necessaria per aver ben chiaro di cosa stiamo parlando e cioè, che ogni alimento, fornisce energia e che quest’ultima si misura in calorie (kcal).

Quindi le calorie (kcal) sono un unità di misura e rappresentano l’energia che un dato alimento apporta al nostro organismo.

Sia che sia esso generosamente donato dalla natura o prodotto dalle abili mani umane.

Quante calorie un alimento fornisce possiamo trovarlo indicato su tabelle, che si possono reperire un po’ ovunque, come ad esempio in rete, sui libri, su App o direttamente sulle confezioni degli alimenti che acquistiamo.

Detto ciò, la domanda che ognuno dovrebbe farsi, relativamente a queste indicazioni, è una sola: Ma le calorie (kcal) indicate sono corrette?

Risposta: “Si e No.

Si, perché vengono calcolate attraverso uno strumento che si chiama bomba calorimetra o, più frequentemente, estrapolate da altri dati/informazioni.

No, perché sono una media.

Lo voglio riscrivere perché forse non è chiaro: No, perché sono una media.

E qui che casca l’asino!

Perché non sono la misurazione effettiva dell’alimento che ognuno ha nel piatto in quel preciso momento in cui legge la tabella, ma solo la media di misurazioni dirette o di calcoli indiretti eseguiti sull’alimento in generale.

Che cosa vuol dire?

Che rispetto al valore indicato in tabella possono esserci degli scostamenti di questo valore, essendo appunto quest’ultimo frutto di una media.

Se questo era già chiaro a molti dei maniaci delle calorie, prima di queste mie righe, mi sorge il dubbio che non sia proprio a loro chiaro il concetto di media.

Mi si permetta dunque un ripasso, dedicato a tutti quelli che probabilmente rimasero chiusi in bagno quando la professoressa spiegò i principi della statistica di base.

La media rappresenta il valore intermedio compreso tra l’estremo superiore e quello inferiore nell’insieme di più valori considerati.

Quindi cari amici il valore che indica la quantità di calorie che leggete di un alimento su di una tabella potrebbe non rappresentare la realtà in quanto tale.

L’alimento che avete nel piatto infatti potrebbe fornirvi calorie in meno, come anche in più, di quelle indicate. Come scrivevo qualche riga sopra, che sia esso generosamente donato dalla natura o prodotto dalle abili mani umane.

Ecco perché nel commercio è consentita una tolleranza ammissibile, relativamente a quanto indicato.

Perché si tiene conto dell’incertezza della misura.

Infatti nel Regolamento Europeo, in riferimento al valore riportato in dichiarazione nutrizionale si fa riferimento a quel valore che rappresenta meglio la quantità di una sostanza nutritiva contenuta in un alimento e che tiene conto delle tolleranze dovute alle variazioni stagionali ed agli altri fattori che possono influenzare il valore effettivo.

E’ più chiaro ora?

Se a questo punto è chiaro che l’indicazione relativa alle calorie che noi leggiamo in tabella non è un valore preciso, deve essere altrettanto chiaro che mettersi a contare le calorie in modo matematico, con scrupolosità maniacale, è un scemenza fotonica.

Perché si stanno facendo dei calcoli precisi usando dati imprecisi.

Sarebbe un po’, permettimi il parallelo, come progettare un ponte costruendosi da soli il righello a occhio con carta e matita. Mi spiego?

Stesso identico discorso vale per chi valuta l’acquisto di un prodotto alimentare piuttosto che un altro sulla base di piccole differenze in etichetta.

Insomma per farla breve l’idea di contare le calorie e/o i nutrienti in modo matematico è un inutile perdita di tempo che sottrae serenità alla tua vita.

Quindi non è importante contare le calorie?

Non sto scrivendo questo… Sto scrivendo che contarle e gestirle in modo matematico è una minchiata.

Se la cosa ti getta nel panico, il mio consiglio è quello di affidarti ad un professionista del dimagrimento perché se hai una visione calorie-centrica del dimagrimento, allora devi fare qualche passo avanti se vuoi raggiungere il tuo obiettivo.

Hold Hard!

Ps: io credo di sapere cosa ci sia dietro il conteggio delle calorie ed è per questo che leggere quest’altro articolo potrebbe davvero farti svoltare >> Non farti fregare dalla dieta! <<

Questo articolo è frutto di numerosi anni di ricerche e sperimentazioni, non intende sostituirsi al parere medico o allo specialista di fiducia. L’autore consiglia, come elementare regola di prudenza, di effettuare tutta una serie di esami clinici, sul effettivo stato di salute generale ed in particolare quello cardiaco, prima di intraprendere qualsiasi programma di alimentazione, di allenamento o di integrazione. Chi sta assumendo farmaci, regolarmente prescritti, non modifichi il suo regime alimentare prima di aver consultato il medico che ha effettuato la prescrizione. Qualora il lettore volesse utilizzare le indicazioni dell’articolo dovrà consultarsi e lavorare sotto controllo di uno specialista.

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